Progetto AIESEC
Si è concluso positivamente il Progetto Educhange dell’Associazione AIESEC in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma.
Si è concluso positivamente il Progetto Educhange dell’Associazione AIESEC in collaborazione con l’Università la Sapienza di Roma, la nostra scuola ha ospitato due ragazze provenienti dalla Georgia Nina Lortkipanidze che ha lavorato nella scuola secondaria di I grado di Torrice ed Eka Godesdzishili che ha lavorato nella scuola primaria e secondaria di I grado di Ripi. Eka e Nina parlano come seconda lingua l’inglese e quindi per sei settimane hanno partecipato attivamente alla didattica attraverso training e workshop in lingua inglese mirati a sensibilizzare gli studenti riguardo agli obiettivi di Sviluppo Sostenibile e le tematiche ad esse correlate. E’ stata una bellissima esperienza che ha arricchito ulteriormente la vita scolastica dei nostri allievi.
AIESEC (in origine, acronimo per Association Internationale des Etudiants en Sciences Economiques et Commerciales) è un’associazione studentesca, senza scopo di lucro, indipendente, apartitica, apolitica. AIESEC, con la sua presenza in 126 paesi del mondo, è la più grande associazione studentesca al mondo, un network con più di 100.000 studenti provenienti da più di 2400 università.
Cos’è EduCHANGE?
EduCHANGE è il progetto di AIESEC Italia che vuole contribuire a migliorare il sistema educativo italiano. Questo progetto vuole essere il contributo di AIESEC Italia al Global Goal #4 delle Nazioni Unite – Istruzione di qualità – che mira a garantire un’istruzione inclusiva per tutti e promuovere opportunità di apprendimento permanente eque e di qualità.
Perché EduCHANGE?
Per avvicinare l’offerta formativa ai requisiti richiesti dal mondo del lavoro e per contribuire all’innovazione del sistema scolastico italiano
Per stimolare lo sviluppo di una mentalità internazionale ed imprenditoriale nei più giovani, attraverso la crescita di consapevolezza e spirito d’iniziativa
Perché crediamo nel valore della diversità e nella necessità di educare al multiculturalismo, in un’Italia sempre più globale